Ci ricordavamo dell’Osteria Ponte di Pietra, sulla Feltrina, a Crocetta del Montello.
Un luogo dove assaggiare del buon vino, accompagnato da cicchetti di tradizione.
Poi il locale ha avuto una sua storia. Fino alla chiusura due anni orsono.
Sabrina Merotto, sommelier e coraggio da vendere, ha riaperto l’Osteria, ha dato un tocco
tutto suo al locale, proponendo fin dalle colazioni del mattino un modo eccellente di gustare una
sosta.
Diciamolo subito : la simpatia e il savoir faire sono per davvero contagiosi.
Così l’antica osteria si è rapidamente ripopolata, contando anche sulle scelte enogastronomiche
di sicura efficacia.
Ottima la scelta dei vini : ci troviamo di fronte a proposte non scontate, non limitate, insomma, ai soliti noti. La lavagna del giorno suggerisce itinerari inediti per queste contrade, sempre di sicura
eccellenza.
E poi vi è il settore della cicchetteria .Su questo vale la pena di soffermarsi.
Un banco di assaggi degno di tal nome fa riferimento ad una ricerca rigorosa di prodotti del
territorio,interpretati con gusto.
Da frequentatori stagionati delle patrie osterie, abbiamo subito riconosciuto il talento di
Sabrina nel sapersi orientare.
Salumi,formaggi, il pane dello storico panificio Marin…. non manca di certo la fanstasia.
In fondo cosa sono i cicchetti ? Il loro nome viene dal latino ciccus, che significa “piccola quantità” ed infatti il cicchetto è quello che si definisce uno stuzzichino, perfetto sia a metà mattina o come aperitivo nel tardo pomeriggio.
I cicchetti solitamente vengono accompagnati da un’ombra ossia un bicchiere di vino tipico del territorio. “Ombra” perchè in origine i mercanti veneziani erano soliti sistemare il banco delle bevande sotto l’ombra del campanile di San Marco per tenere il vino fresco.
“Se il modo in cui si consuma il cibo indica anche lo spirito di un luogo, ecco allora che il cicchetto racconta benissimo la storia del veneto, fatta di mercanti, di viaggiatori e di gente che storicamente amava vivere per strada e fare della convivialità un elemento indispensabile nella propria giornata. Il piacere di riempire gli occhi con un bancone con tanti cicchetti diversi appaga la vista, e lo stomaco (ci sono cicchetti per tutti i gusti e palati), è da sempre accompagnato al piacere di fare due chiacchere informali e divertenti.”
Già, la vocazione delle osterie.
Sabrina ha una parola per tutti.
L’osteria infatti era, in passato, una locanda dove si poteva trovare un alloggio per la notte e si trovava un po’ di vino e il cibo che il proprietario aveva a disposizione: pietanze fredde come formaggi o salumi.
Molti gestori scelgono la forma in -aria per dare una caratterizzazione particolare al proprio locale: per sottolineare il legame con il territorio o, nel caso di hostaria, per suggerire il richiamo alla tradizione.
Ponte di Pietra è per davvero il tempio della laicità, come amava definire le osterie Ulderico Bernardi, ove si confondono i ruoli e si mescolano le classi sociali.
Un luogo dove trascorrere brani di tempo non alienato, al di fuori degli schemi e delle apparenze della società dei consumi (e,aggiungiamo noi, dei soliti idioti !).
Così va bene !